Onorevoli Colleghi! - Con il Concordato del 1929 lo Stato italiano si impegnò a pagare direttamente lo stipendio al clero cattolico, con il meccanismo della cosiddetta «congrua». Considerato datato, nel 1984, nell'ambito delle trattative per il «nuovo» Concordato, venne deciso di istituire un nuovo meccanismo di finanziamento alla Chiesa cattolica, il cosiddetto «8 per mille». Con questo meccanismo - apparentemente più democratico e trasparente in quanto veniva esteso e allargato alle altre confessioni religiose riconosciute dal nostro ordinamento (valdesi, comunità ebraiche, luterani, avventisti del settimo giorno, assemblee di Dio in Italia) - lo Stato decideva di devolvere, in base alle opzioni espresse dai contribuenti sulla dichiarazione dei redditi, una parte - appunto l'8 per mille - dell'intero gettito dell'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) anche ad altri soggetti diversificati: la Chiesa cattolica (per scopi religiosi o caritativi) o le altre confessioni riconosciute oppure, infine, lo Stato stesso (vincolato esclusivamente ad un utilizzo destinato a scopi sociali o assistenziali). Pertanto, con questo meccanismo il contribuente può scegliere come ripartire l'8 per mille del gettito IRPEF complessivo tra opzioni alternative. Va detto, peraltro, che l'esprimere o meno la scelta per il contribuente singolo non incide sull'ammontare che resta predeterminato (ovvero, l'8 per mille del gettito IRPEF, pari a circa 900 milioni di euro) quanto piuttosto incide sulla ripartizione delle risorse.

 

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      In ragione di ciò, obiettivo della presente proposta di legge è di far sì che, oltre a quanto già stabilito in base a quello delineato, con la propria scelta, dal contribuente, il rimanente gettito IRPEF sia destinato altresì ad un fondo per finanziare le varie branche della ricerca scientifica.
      In Italia lo stato della ricerca scientifica e la cronica difficoltà nel reperire i fondi per effettuare la stessa sono risaputi e in questo senso è necessario, per non dire oltremodo doveroso, potenziare in maniera decisiva i finanziamenti pubblici. L'asimmetria crescente tra le potenzialità dell'offerta scientifica e i limiti dei loro bilanci (oltre che del finanziamento pubblico) determina paradossalmente il fatto che proprio ora che la scienza sembra offrirci e dischiudere sempre più e meglio nuove possibilità di crescita, le sue risorse economiche diminuiscono anno dopo anno.
      È dunque necessario intensificare gli sforzi per finanziare la ricerca scientifica, bene «costituzionale» e insieme bene strategico per la crescita. Ciò va fatto non soltanto incentivando la ricerca privata, che comunque deve essere potenziata, ma anche andando oltre i tradizionali meccanismi di finanziamento pubblico.
      Per tutti i motivi esposti, i promotori auspicano un'approvazione in tempi rapidi del presente provvedimento.
 

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